domenica 9 marzo 2008

EMBRIONE E ABORTO NELLA CULTURA GRECA 7



GALENO (PERGAMO 129- ROMA 200 e.v.)

Nel solco della tradizione ippocratica, nega che il feto possa essere considerato un essere umano prima del compimento del primo trimestre di gestazione.
Galeno, Eis to Ippocràtous perì throphès upomnema: "...il feto nel primo e secondo tempo, quando ha solo un certo abbozzo e come un adombramento di tutte le parti, non può in alcun modo esser detto animale (zwon), ma ha tutta la formazione come una pianta"
Si può dunque concludere che la tolleranza della civiltà greca nei confronti dell'aborto aveva basi razionali, scientifiche e umanistiche, fondandosi sulla consapevolezza, rafforzata dallo studio anatomistico, che l'embrione non è ancora un uomo, ma soltanto la materia da cui un uomo può formarsi.

1 commento:

Anticlericale89 ha detto...

Ciao mifepristrin ho letto i tuoi commenti sul blog uaar,e trovo interessantissimo il tuo blog,scritto in modo chiaro e comprensibile anche per chi e'estraneo alla biologia umana.Inutile dire che sono d'accordo con te,penso che pre embrione e embrione non possano legittimamente avere alcuna tutela giuridica,in quanto occupanti il corpo altrui:inoltre come gia'scritto in un mio post penso che inoltre l'embrione non sia il "soggetto piu'debole e innocente",ma bensi'il soggetto(non soggetto) piu'prepotente del genere umano,in quanto si impianta nel corpo femminile e vive cresce e si nutre all'interno e a spese di quel corpo,negandone la proprieta'a colei che ne e'la legittima destinataria che,in quanto corpo ospitante ha il diritto di decidere se prestarsi o meno a un sacrificio simile.Ok finito Adesso vado sul sito uaar a massacrare i catto-troll daniele e enrico se ti va'passa a fare un giro nel mio blog che ho aperto da pochi giorni,DominioLaico.blogspot.com ciao con stima