venerdì 13 giugno 2008

EMBRIONE E ABORTO NELLA CULTURA GRECA 4



ARISTOTELE (STAGIRA 384- CALCIDE 322 a.e.v.)

Sostiene la liceità dell'aborto come mezzo di pianificazione familiare e di controllo della popolazione, purché eseguito prima che il prodotto del concepimento abbia raggiunto lo stadio di animale, cioè di essere vivente provvisto di sensibilità e capacità vitale propria.
Aristotele, Politica 1335 b, 19-26 : "quanto invece al numero dei figli , se la regola del costume vieta che alcuni dei nati venga esposto, bisogna fissare il massimo di procreazione. E se ad alcuni accoppiandosi avvenga di superarlo, prima che si generino sensibilità e vita occorre provocare l'aborto : lecito e illecito invero saranno determinati in base alla sensibilità e alla vita".
Aristotele, diversamente da Platone, ritiene che l'anima si sviluppi per tappe graduali, insieme al corpo. Pertanto, al momento del concepimento è presente soltanto l'anima vegetativa(o nutritiva), una sorta di forza naturale che permette al prodotto del concepimento di nutrirsi e crescere, come una pianta. Soltanto in un momento successivo si forma l'anima sensitiva, con il che il prodotto del concepimento si trasforma in essere vivente di tipo animale(zwon). De generatione animalium, 736a27b1: "...i gameti e i feti degli animali non sono meno vivi di quelli delle piante...è ovvio che possiedono l'anima vegatativa,...ma come si sviluppano acquistano anche l'anima sensitiva e così diventano animali".
In nessuna delle opere di Aristotele a noi pervenute è detto con precisione quale sia il momento in cui la sensibilità e la vita iniziano ad essere presenti nel feto. E' verosimile che, conoscendo gli studi empirici delle scuole mediche, facesse riferimento alla fase avanzata della gestazione(ultimo quadrimestre), perché è da quel momento che gli scritti medici danno al feto l'appellativo di paidìon("bambino"). Secondo altri, invece, il termine di liceità dell'aborto si dovrebbe evincere da un passo in cui si afferma che "l'interruzione di gravidanza è chiamata efflusso fino al 7° giorno, aborto fino al 40° ed è entro questo limite che viene distrutta la maggior parte dei feti" (Aristotele, Historia animalium 583b 11-23). Tuttavia, il 40° giorno negli scritti della scuole mediche segnava soltanto il termine in cui l'embrione inizia ad avere la forma di un corpo umano, con possibilità di discernere le singole membra, mentre l'animazione(di cui sarebbe indice il movimento) è connessa con lo stadio successivo.

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