IPPOCRATE (COS 460 - LARISSA 375 a.e.v.)
Nel Perì physios paidiou fu il primo a parlare dell'embrione con un minimo di conoscenza empirica, dovuta alla pratica della dissezione e dell'osservazione degli aspetti anatomici di feti provenienti da aborti.
LO SVILUPPO DELL'EMBRIONE SECONDO IPPOCRATE- Nella fase iniziale(primi 6 giorni)l'embrione è ancora sperma che sta cercando di attecchire nell'utero. Dopo il sesto giorno inzia il processo di formazione del primordio di nuovo organismo, che impiega 40 giorni per la femmina, 30 per il maschio. Durante queso processo si delineano gli abbozzi della testa, degli arti, delle estremità e degli organi interni. Segue una fase ulteriore, in cui la forma delle membra diviene più netta, le ossa si induriscono, diventano visibili nervi e vene. Questo processo si conclude alla fine del 3° mese per il maschio, alla fine del 4° per la femmina. Dal 4° mese(per il maschio), dal 5°(per la femmina), inizia il movimento fetale. Ed è pertanto a questo stadio che si colloca l'inizio della vita animale.
L'ABORTO SECONDO IPPOCRATE- Nonostante la sua concezione del processo di formazione del nuovo essere umano abbia ispirato la dottrina aristotelica della liceità dell'aborto fino al momento in cui inzia la sensibilità e la vita(animale), Ippocrate è noto soprattutto per la clausola antiabortiva del cd giuramento, un codice deontologico che i medici che entravano nella sua scuola si impegnavano ad osservare. Il divieto di somministrare farmaci abortivi è da imputare all'ispirazione religiosa della scuola, i cui membri dovevano essere adepti di qualche culto templare misterico, per il quale l'aborto sarebbe stato un atto impuro e sacrilego. In effetti, la clausola antiabortiva è seguita dalla frase "pura e pia manterrò la mia vita e la mia professione". D'altro lato, però, lo stesso Ippocrate racconta di aver aiutato ad abortire una danzatrice-musicista nella fase iniziale della gestazione:
Perì phusios paidiou XIII,1: "...Ma narrerò come mai ho visto un prodotto di concepimento di 6 giorni. Un' amica di famiglia aveva una flautista di gran pregio, frequentata da uomini, che non doveva restare incinta, per non perdere valore. Aveva sentito la flautista ciò che le donne dicono fra loro: quando una sta per rimanere incinta il seme non esce, ma resta dentro; sentito questo, lo comprese, e sempre stava in guardia, e si accorse che il seme non le usciva, lo riferì alla padrona e il discorso giunse fino a me. Ed io, avendo udito, le consigliai di saltare fino alle natiche e già sette volte aveva saltato, quando il prodotto del concepimento cadde giù a terra e siprodusse rumore...Io dirò com'era: come se da un uovo crudo uno asportasse il guscio esterno e nella pellicola trasparisse l'umore che è all'interno. ... Inoltre, era rosso e sferico: alla membrana apparivano inerire fibre bianche e grosse, avvolte in un umore sanguigno denso e rosso...".
In ogni caso, è da notare, che la regola antiabortiva ippocratica non solo non aveva alcun valore vincolante sul piano legale, ma non era neppure seguita da tutti i medici. Sorano di Efeso(celebre medico greco che esercitò a Roma nel II secolo d.C.), per esempio, ne prende le distanze, scrivendo che soltanto alcuni medici "respingono gli abortivi richiamando la testimonianza di Ippocrate...e adducendo che è proprio della medicina conservare e salvare quel che la natura ha prodotto" (Sorano, Ginecologia I,9). Da questo passo, tra l'altro, si evince che alla base dell'atteggiamento antiabortista degli ippocratici non c'era il convincimento dell'aborto come soppressione di una vita umana, bensì dell'aborto come atto contro natura.