giovedì 21 febbraio 2008

ARGOMENTI PRO-ABORTO LIBERO

(1)le leggi che permettono l’aborto non obbligano le donne ad abortire, né incentivano o promuovono in alcun modo il ricorso all’aborto, si limitano a rimettere alla singola persona interessata la decisione se interrompere o meno una gravidanza, dunque è assolutamente infondata la tesi della Chiesa secondo chi vota una legge permissiva in materia di aborto o sostiene politici favorevoli all’aborto(o meglio alla libertà di scelta in questa materia) concorra nell’interruzione di gravidanza come peccato. Infatti la legge permissiva in materia di aborto non è un provvedimento che direttamente autorizzi uno o più aborti, è soltanto una norma che delega all’autonomia privata(in questo caso a quella della gestante)la decisione di interrompere o meno una gravidanza odiosa.
(2)l’aborto non è un omicidio, soprattutto quando è praticato entro i primi 80 giorni. È infatti scientificamente provato che, in questo periodo, l’embrione è assolutamente inanimato, non ha attività cerebrale e nervosa. Ora, la nostra legge, seguendo il parere della comunità scientifica, ha stabilito che la morte della persona e quindi la fine della persona umana coincide con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo. Si può, pertanto, ragionevolmente affermare che prima dell’inizio di una regolare attività cerebrale(cosa che avviene dopo il 5° mese di gestazione), la persona umana non esiste. L’embrione è soltanto l’abbozzo organico di un futuro individuo umano. L’embrione non si muove e non percepisce alcunché, non può provare dolore, né rendersi conto di essere sradicato dalla parete uterina. Gli anti-abortisti descrivono l’aborto di embrioni(1-2,9 mesi) usando spesso immagini e/o riferimenti che, in realtà, pertengono ad interventi abortivi eseguiti su feti di 4,5-6,8mesi.
(3)Non si può forzare la persona di sesso femminile a prestare il proprio corpo ad una gestazione odiosa, contro ogni sua volontà, interesse e convincimento etico, ciò sarebbe contrario al principio di tutela dell’integrità fisica e morale della persona, che costituzionalmente fonda il nostro ordinamento giuridico positivo.Del resto, in tutti gli ordinamenti, in materia di donazione di organi e di sangue, il principio della tutela della vita umana viene, giustamente, sacrificato al diritto dell’individuo di essere il solo a disporre del proprio corpo. Per esempio non esistono leggi che obblighino i familiari compatibili a donare il proprio midollo o il proprio sangue per salvare la vita di un congiunto che ne abbia bisogno. Il nostro ordinamento dunque riconosce il principio che la donazione del proprio corpo o di una sua parte,per permettere la vita di un altro, deve essere un atto spontaneo, assolutamente non coercibile. E la stessa ratio vale per la continuazione della gravidanza , non costituisce, infatti, una differenza essenziale il fatto che quando si parla di gravidanza ci si trovi di fronte ad un evento compiuto(magari grazie all’intervento di uno stupro o di un abuso sessuale), mentre per effettuare una donazione d’organo o di sangue è necessario l’intervento di una specifica attività umana. Perché in entrambi i casi si tratta comunque di donare il proprio corpo o una parte di esso al fine di permettere la vita di un’altra entità umana.
(4)quando la gravidanza possa nuocere alla salute della donna o mettere in pericolo la sua vita, l’interruzione, anche nel caso in cui la gravidanza sia in fase avanzata, è giustificata dal principio della legittima difesa e/o dello stato di necessità. Nessuno infatti può essere obbligato dalla legge a preferire di salvare la vita di un altro piuttosto che la propria vita o salute fisica.
(5)le leggi proibitive in materia di aborto, in realtà, non eliminano il fenomeno dell’aborto, alimentano soltanto il mercato degli interventi abortivi clandestini(con tutti i rischi che questo comporta per la salute e la vita delle donne interessate), come dimostrano diverse denunce riguardanti il caso della Polonia che è, attualmente, il paese europeo con la legge più restrittiva in materia di aborto, ma è un paese nel quale gli aborti clandestini superano di gran lunga quelli praticati legalmente in paesi dove vige un regime più permissivo. È comunque evidente che nessuna donna ,incorrendo in una gestazione odiosa ,si rassegna di fronte all’idea di subirla e quindi la più prevedibile conseguenza di leggi che restringano la possibilità di abortire è che le donne, soprattutto quelle meno abbienti, riscoprano mezzi impropri per auto-indursi l’aborto, talora con esito letale.

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