giovedì 21 febbraio 2008

ARGOMENTI ANTI-ABORTO E LORO CONFUTAZIONE

(a)il pre-embrione e l’embrione hanno diritto alla vita perché(al di là della loro struttura biologica) appartengono comunque alla specie umana, dunque sono umani e l’essenza umana va tutelata fin dall’inizio. In realtà tutto il materiale biologico che contiene DNA umano è umano, ma non per questo lo si tutela come se fosse una persona. Infatti, ogni cellula del corpo umano contiene tutto il genoma dell’individuo, anche se è attiva soltanto l’informazione relativa al tessuto specifico cui appartiene.(b)lo zigote è vita di un nuovo individuo, indipendente dai genitori, che si sviluppa in maniera autonoma(questo si legge nella istruzione Donum Vitae della CdF cattolica). Niente di più falso, perché nello zigote di nuovo c’è soltanto la pura informazione genetica. Infatti, il materiale cellulare di cui è costituito lo zigote appartiene prevalentemente alla donna, visto che si tratta dell’oocita originario nel quale lo spermatozoo(esiguo dal punto di vista del contenuto proteico-lipidico) si limita ad essere fagocitato. Dunque è giusto sostenere che il pre-embrione è una massa cellulare di pertinenza dell’organismo femminile. Inoltre, lo sviluppo del pre-embrione non si svolge affatto in maniera autonoma,esso, infatti,può procedere oltre lo studio di blastula soltanto in connessione con e a spese dell’organismo femminile.
(c)nell’embrione deve essere tutelata la persona che esso è in corso di diventare, la persona in fieri. Si sostiene che la sua umanità è reale proprio perché in corso di attuazione, anche se non ancora completamente attuata. In realtà, si tratta soltanto di un modo molto contorto per sostenere che la legge deve assicurare con tutti i mezzi, anche coercitivi, che il processo di formazione della nuova persona arrivi a conclusione, quali che possano essere le conseguenze per la persona di sesso femminile che a questo processo deve prestare il proprio corpo. Appare superfluo osservare che se la persona, nel momento in cui si interviene con l’aborto, è in corso di formazione, in quel momento, questa persona ancora non esiste, ancora non è reale. Ciò che esiste, ciò che è reale è soltanto il processo della sua formazione, che non può essere personificato , in una finzione etico-giuridica, a spese dei diritti umani della persona di sesso femminile.
(d)l’embrione è comunque una nuova vita umana. Erroneo, è soltanto la premessa biologica di una nuova vita umana. Certo interrompendo la gravidanza quella premessa resterà senza seguito, un bambino che avrebbe potuto formarsi non si formerà, ma questo accade anche nel caso in cui uno impedisca il concepimento, perché, in questo caso, due gameti che avrebbero potuto incontrarsi, dando origine al processo di formazione di un bambino, non si incontreranno mai. Stando a questo ragionamento lo stato, per non offendere la vita, dovrebbe obbligare le persone che non lo desiderano a procreare. Questo argomento spesso si presenta in un’altra forma più diretta ed emotiva: che se noi fossimo stati abortiti oggi non potremmo neppure difendere la libertà di abortire. Con il sottinteso che vietare l’aborto significa difendere la nostra stessa esistenza e la nostra libertà(!). Certo, ma anche se non fossimo stati concepiti oggi non esisteremmo e non potremmo difendere le nostre libertà, dunque cosa dobbiamo fare lottare perché vengano messi al bando i mezzi contraccettivi e le persone refrattarie vengano obbligate a procreare? Il fatto che a noi sia stata data l’occasione di nascere, ci legittima a pretendere che la stessa occasione sia data a chiunque, anche ad uno zigote che si è formato abusivamente nel corpo di una donna che non lo voleva, magari in seguito ad una violenza o ad un abuso sessuale?
(e)se si ammette l’aborto per eliminare un concepito scomodo, sarà facile arrivare ad ammettere anche l’omicidio per liberarsi di persone sgradite(e.g. L'aborto è il più grande distruttore della pace perché, se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io uccida te e che tu uccida me? Non c'è più nessun ostacolo, M. Teresa di Calcutta Da notare la sovrapposizione del tutto infondata tra interruzione di gravidanza e figlicidio)Si tratta di un ragionamento viziato già alla base per il fatto di fondarsi sulla equiparazione tra concepito e persona umana pronta per la nascita o già nata. Una cosa è liberare il proprio corpo da una blastula(peraltro rendendo l’utero inidoneo all’impianto, senza dunque agire direttamente su di essa)o da un abbozzo di organismo umano, privo di soggettività perché ancora totalmente inanimato. Altra cosa è uccidere una persona umana completa, un soggetto umano(anche di pochi mesi o anni, anche totalmente deficiente), che(per quanto possa darci fastidio) vive per suo conto nell’ambiente esterno al nostro corpo. Il rispetto dovuto alla vita delle persone umane non implica che si debba assicurare,a tutti i costi, la formazione di nuove persone.
(f)il concepito non può essere ridotto a mero materiale biologico, per via della sua potenzialità di diventare persona umana. Ma neppure la donna, che sicuramente è una persona umana, può essere ridotta ad un mero contenitore biologico per assicurare, contro il suo volere, lo svolgimento del processo che dallo zigote porta al feto pronto per la nascita. I difensori della vita mostrano tanta solidarietà e simpatia nei confronti di un aggregato di cellule o di un abbozzo inanimato di organismo umano, ma paradossalmente ignorano del tutto l’umanità della donna il cui corpo dovrebbe essere requisito per permettere, contro la sua volontà, che quell’abbozzo di organismo diventi una persona.
(g)l’aborto(non terapeutico)è una scelta egoistica o vigliacca? Sia pure. Non è compito della legge, né degli operatori sanitari rendere gli individui più generosi o più coraggiosi. Finché si tratta di un embrione la donna deve essere libera di disporne almeno nel senso di poterlo espellere dal proprio corpo, senza dover dare alcuna giustificazione. Del resto, la gravidanza è un processo invasivo, di lunga durata, che produce notevoli effetti avversi sulla salute fisica e psichica della donna. È impensabile che una persona possa essere condannata per 280 giorni a sopportare disagi e sofferenze avendo dentro di se un essere indesiderato o addirittura odiato e poi anche a dover affrontare il trauma del parto. Si tratta di una pretesa disumana.
(h)l’aborto è una scelta che mette in pericolo la natalità e la continuità della società? Se è per questo, sono pericolosi, per la continuità della società anche la contraccezione in tutte le sue forme e l’astinenza totale dai rapporti (etero)sessuali. Senza considerare che spesso le donne che ricorrono alla IVG hanno già figli o non escludono di averne in futuro. Anche a quest’ultimo proposito, non è compito della legge, né degli operatori socio-sanitari stabilire quando e quanti figli una donna o una coppia debba procreare. Del resto le statistiche, per quanto riguarda l’Italia, dimostrano che il calo della natalità è proceduto di pari passo con la diminuzione delle IVG, per cui non vi è alcun rapporto tra legalizzazione della IVG e calo delle nascite.

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